Rosa e nero: i giornali italiani strombazzano puntualmente i loro periodici restyling salvo ripiombare velocemente in una routine visuale (per non parlare degli stracchi contenuti) approssimativa e noiosa, pensata per l'uomo in pinocchietti ciabatte e marsupio. La Gazzetta dello Sport, sfogliata distrattamente oggi al bar, giornale che dovrebbe essere il prototipo dell'italiano medio d'interessi alati, appare sorprendentemente fresca, ordinata e accuratamente costruita: nella gerarchia degli elementi, nella semplice efficacia del lettering, nel bilanciamento testo-immagini, addirittura nella gestione degli spazi pubblicitari in rapporto ai cromatismi e alle forme dei contenuti vicini. Certamente, come in ogni cosa, anche alla GdS potrebbero fare di più e meglio – per esempio sfruttando con maggior drammaticità l'iconografia sportiva (abitualmente di buona qualità) – ma se altri giornali anche non sportivi seguissero il medesimo esempio sarebbe già gran cosa. Probabilmente, tanto per cominciare, si comunicherebbe maggior valore percepito verso i fatto do cronaca e approfondimento, quanto certamente ne comunicano le pagine sportive sull'oggetto della loro informazione certo più futile.
Quotidiano rosa
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