Padre Martini. Considero una fortuna e un privilegio aver avuto accesso ai manoscritti di Padre Martini nella sede del Museo Bibliografico Musicale di Bologna, quando ancora era in Conservatorio, maneggiando (con delicatezza) e leggendo una piccola ma interessantissima porzione del suo immenso epistolario, lascito che, insieme a tanti altri (compositivo, iconografico, teorico) fanno di quest’uomo un gigante della storia della musica, capace con carta e penna di fare molto più di quello che tanti di noi non si sognano neppure con computer e tastiera. L’autrice di questo saggio, musicologa di solidissima formazione, produsse un testo pulito e ben organizzato sul quale pochi piccoli malintesi non incisero minimamente. Peccato che la sensibilità verso questo importante intellettuale – in un’Italia triviale e mal disposta verso chi porta l’appellativo di “padre” – sia poco e le copie circolanti molte meno del necessario.
Padre Martini
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