La solidissima immagine coordinata che avevamo presentato faceva a meno di fotografie ma il gabbiano arrivò ugualmente: inquietante presenza romana ma anche simbolo delle spiagge britanniche sulle quali s’infrange freddissimo il mare del Peter Grimes che, se l’intuito non c’inganna, contiene esattamente il verso doloroso e crudele dei gabbiani, che risuonano negli oboi di un convulso passaggio del Quarto Interludio (proprio ai gabbiani di freddi mari inglesi è dedicato un nostro recente saggio sull’opera di Britten). Un gabbiano severo ma pur sempre un pennuto con le zampe palmate quindi, se mostrato in piedi, pure un po’ buffo. Successone e gabbiani dappertutto al Parco della Musica.