Slave Songs of the United States. Raccolta di canti ottocentesca (1867) che assurge al rango di classico dell’etnomusicologia, pubblicata in edizione italiana con nuovi testi introduttivi a corredo e con la riproduzione anastatica delle melodie. Libro di editing complesso (per iconografia e rapporti non sempre amichevoli tra italiano e inglese), nonostante per gran parte fosse la riproposizione di qualcosa che già esisteva. Sono certo che se fosse stato messo in vendita a un prezzo decisamente più concorrenziale, avrebbe rapidamente esaurito la tiratura, ma 32,80 euro erano e sono davvero un sacco di soldi non tanto per un libro in sé ma per il potere d’acquisto di chi avrebbe voglia di comprarlo. A chi si domanda il perché dei 2,80 euro rispetto alla cifra tonda rispondiamo: l’editore era convinto che i libri si pagassero prevalentemente in contanti e che i 7,20 di resto da dare al cliente (presi dalla cassa del libraio) sarebbero stati un bel gruzzoletto da intascare per tornare a casa (chissà perché poi si debba sempre e comunque “tornare a casa” dopo i ragionamenti degli altri) con le tasche meno vuote.
Slave Songs
Cfr.:
Editing,
Libri, Books